Non è noto a tutti che anche in Italia si sia avuta a partire dal 2002, (grazie soprattutto all'esempio delle petizioni tedesche che hanno fatto sì che 150 server parlamentari venissero installate "soluzioni Linux") una certa propensione all'idea di adottare il Software Libero per le P.A. Infatti, alcuni politici hanno sottolineato come siano violati alcuni principi di libertà costituzionali attraverso l'utilizzo di software proprietari (per la maggior parte Microsoft) da parte delle Amministrazioni Pubbliche: ciò fa sì che il controllo e la gestione, ad esempio, di dati anagrafici e altri dati privati dei cittadini, possa essere riservato , in modo non esplicito, alle compagnie fornitrici di Software a licenza d'uso. In questa ipotesi quindi, tutto il flusso di informazioni potrebbe essere intercettato, attraverso le istruzioni contenute nei codici sorgente dei software proprietario, e sfruttato da terzi, senza che ci si possa render conto di questo "traffico tacito". Le varie proposte di legge e dibattiti parlamentari che, a partire dal 2002, si sono susseguite hanno prodotto modesti risultati e vige ancora una libera scelta da parte delle istituzioni statali sugli standars da adottare per lo sviluppo , ad esempio, di siti e dei sistemi operativi dei personal computers. Anche l' Associazione per il Software libero, ha prodotto un documento dove si propongono e si espongono le ragioni pratiche e giuridiche che giustificano per l'adozione del software libero nelle P.A.
Aspettando una "scossa" da parte del parlamento...
Niente censura ad Internet.. in Islanda
14 anni fa
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